Mattarella ha letto Borges

In un racconto di Borges1 due autorevoli studiosi di letteratura concorrono per un incarico prestigioso. La scelta è affidata al professor Winthrop, che conosce e stima uno dei due concorrenti e al contrario poco gradisce l'insolenza dell'altro. Quest'ultimo, il giovane e ambizioso Einarsson, elabora un sottile stratagemma psicologico. Einarsson pubblica un articolo molto polemico, attaccando apertamente le idee di Winthrop, sicuro che questi gli darà l'incarico pur di dimostrare la sua imparzialità. Così infatti accade e dopo aver ottenuto il ruolo Einarsson non resiste dal rivelare il trucco a Winthrop, che gli risponde:

Un peccato ci unisce: la vanità. Lei mi è venuto a trovare per vantarsi del suo ingegnoso stratagemma; io la ho appoggiata per vantarmi di essere un uomo onesto.

Ora, pare che il presidente della Repubblica abbia letto Borges—cosa non così improbabile dopotutto—oppure non soffra della stessa vanità di Winthrop. Non sembra infatti aver paura, davanti agli stratagemmi orchestrati dall'ambizioso di turno, di prendere decisioni discutibili anche a costo di sacrificare la sua reputazione di imparzialità. E gli va riconosciuto a mio parere, perché essere onesti è ben più difficile che apparirlo soltanto.


Un nota a parte, che non c'entra nulla con le questioni italiane—ma d'altronde io sto in Francia e poco mi importa se mandate a rotoli il Paese—: nonostante io sia quasi certo che Borges dopo aver viaggiato nel futuro abbia scritto quel racconto riferendosi all'attualità italiana per potermi dare l'occasione di sfoggiare questo magnifico commento, devo ammettere che un'altra interpretazione è possibile. Si potrebbe prendere il racconto come una sorta di critica a quella stubbornness2 anglosassone, quella vanità di rigore, che abusata conduce a scelte irragionevoli. In chiave pop, è lo stesso tema de Il ponte sul fiume Kwai (il film, ma anche il romanzo) e della sua battuta finale «madness… madness!»,3 a commento dell'insensatezza del gioco della guerra.


  1. La subornazione, dalla raccolta Il libro di sabbia

  2. Testardaggine, in questo caso con un'accezione leggermente negativa. 

  3. Pazzia… pazzia!